CASTEL DI SANGRO – Un’ondata di cimurro sta colpendo in questo periodo l’Alto Sangro. La malattia, altamente contagiosa, aggredisce soprattutto i cani e altri canidi (tra cui lupi e volpi), e principalmente in giovane età. Il problema, da come riferisce il Dott. Maurizio D’Amico, veterinario di Castel di Sangro, è di rilevanza nazionale seppur siano giunte varie segnalazioni da cittadini del nostro territorio.
“La trasmissione è per via aerogena”, espone D’Amico, “e pertanto capace di colpire animali anche a 300/400 metri di distanza da quello infetto, se a favore di vento. Il virus ha alcune somiglianze genetiche con quello del morbillo, ma assolutamente non è contagioso per l’uomo”.
Pare si tratti di un ceppo nuovo proveniente dall’Est Europa, che per la prima volta colpisce le nostre zone. L’indice di mortalità è abbastanza elevato, attestandosi intorno al 30%, pertanto è una malattia assolutamente da non trascurare. Del restante 70%, molti sono i casi di completa guarigione ma tanti sono anche gli animali che restano con problemi cerebrali permanenti.
Il virus attacca dopo 4 giorni l’apparato respiratorio, per poi colpire quello gastroenterico. Dopo una decina di giorni raggiunge anche l’apparato nervoso e l’apparato cutaneo. I sintomi riscontrabili sono prima febbre, problemi a naso e occhi e anoressia, poi difficoltà respiratorie (con polmonite e congiuntivite), vomito e diarrea. Infine sopraggiungono i problemi nervosi e cutanei, quali tremore, crisi convulsive, movimenti scoordinati, dermatite e ipercheratosi.
Se colpito, l’animale deve essere immediatamente portato da un veterinario che prescriverà le dovute terapie, solitamente antibiotiche.
“Se ci si tiene ai propri animali”, prosegue D’Amico, “è necessario vaccinarli tutti gli anni. Nella nostra zona non ci sono vaccini obbligatori, non essendo molto presenti malattie trasmissibili all’uomo come ad esempio la rabbia. Ma per il loro bene, non possiamo lasciarli a rischio di malattie spesso anche mortali”.
D. R.