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Archivio storico EcoDelSangro.it

SULMONA, IL LICEO "G.B.VICO" NON VUOLE DIMENTICARE. TUTTO PRONTO PER LA GIORNATA DELLA MEMORIA.

24 Gennaio, 2011 viteliu Archivio storico EcoDelSangro.it 97

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SULMONA – Per la  Giornata della Memoria  (27 gennaio) il Liceo delle Scienze Umanistiche “G.B.Vico” ha organizzato una giornata di riflessioni grazie alla testimonianza di un abruzzese  scampato agli orrori dei nazisti.  Tra i 600.000 “Internati Militari Italiani” vi furono numerosissimi abruzzesi: non tutti ebbero la fortuna di ritornare e raccontare le allucinanti esperienze vissute nei campi di lavoro nazisti.

Uno dei pochi superstiti è  Ermando Parete, pescarese,  sempre pronto a raccontare la sua amara esperienza, affinchè tutti ne abbiano memoria. La giornata si è svolta nel Nuovo Cinema Pacifico. La Preside Caterina Fantauzzi ha introdotto l’evento.  Erano  presenti  l’Assessore Comunale Enea Di Ianni, la parlamentare On. Paola Pelino, il Vescovo  Mons. Angelo Spina che, nei loro interventi, hanno rivolto ai ragazzi incoraggianti messaggi di fiducia  per un futuro sereno di tutti gli uomini, invitandoli a non dimenticare quanto accaduto in tempi non poi così remoti.

Sono stati proiettati filmati  multimediali,riguardanti la Shoah, realizzati dagli alunni del Liceo. L’atteso  intervenuto di Ermando Parete è stato accolto con un caloroso applauso. Ha ripercorso la sua storia nel campo di concentramento a Dachau, dove fu internato dal settembre 1943 al 29 aprile 1945 quando gli americani aprirono i cancelli.

Era  tatuato con il numero 142192, con addosso un cencio zebrato, a cui era cucito un triangolo rosso con la scritta IT (italiano) Subì, come tutti, le minacce, le violenze, le torture, in un inferno il cui motto era “passerai per il camino dei forni crematori”. Più volte fu sull’orlo di morire, o di essere eliminato, ma il destino non volle così. I ricordi di quei giorni sono stati ossessivi per Parete perché “anche se  la vita ha pensato a ridarci le gioie, siamo rimasti soprattutto quel numero. Io sono essenzialmente uomo-numero 142192 di Dachau”.

Come altri, anche egli si è fatto cancellare quel tatuaggio, simbolo non di essere una persona ma un “pezzo”, anche se non ha potuto cancellare i ricordi, le voci, le immagini, i volti.Il racconto ha lasciato il posto a un interessante e seguito dibattito scaturito dalle domande poste dagli studenti a  Parete.

Al termine un gruppo di loro ha eseguito “Auschwitz” di Francesco Guccini e di “Life is Beautiful That Way”,colonna sonora del film La vita è bella, regalando così, a tutti i presenti, le ultime emozioni velate da lacrime.

Lea Graziani

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