POGGIO SANNITA – Nonostante il recente sequestro, i riflettori sul canile di Poggio Sannita non sembrano in via di spegnimento. Tante ancora le domande senza risposta e i misteri che gravitano intorno alla struttura.
Ad alzare la voce è di nuovo l’esponente di minoranza M. A. Bottaro, che in precedenza aveva chiesto chiarezza sulla vicenda al sindaco Palomba, e che ora ritorna sulle responsabilità dell’attuale amministrazione comunale, a detta sua colpevole di aver volontariamente coperto una situazione scandalosa: “Tutto ciò che è accaduto è frutto di gravi negligenze. Chi aveva il compito di intervenire e vigilare?
Date le sue recenti affermazioni alla stampa, chiediamo nuovamente al primo cittadino di Poggio Sannita di chiarire ai cittadini cosa hanno fatto questa amministrazione e quella precedente, sempre da lui guidata, per risolvere il problema del canile.
“Le associazioni animaliste hanno di fatto smentito tutte le sue dichiarazioni, apparse sui giornali nonostante abbia detto di ‘muoversi nell’ombra’. Gli chiediamo come mai la sua amministrazione, nel 2006, non ritenne opportuno dare seguito al progetto della Comunità Montana, che prevedeva la sistemazione dei cani in zona Sente.
La Bottaro ritorna anche sul problema del seppellimento dei cani deceduti della struttura, che è ancora avvolto dal mistero, nonostante la voce ormai diffusa a riguardo. Infatti, secondo la testimonianza di qualcuno, i resti degli animali morti sarebbero stati gettati in una scarpata a ridosso della struttura.
Il che è assolutamente ipotizzabile, dal momento che non c’è un sistema legale di smaltimento delle carcasse. “Giacché nel 2008 erano microchippati 300 cani, dove sono finiti 170?
Morti chissà come e quasi sicuramente gettati in un’orrida fossa comune, o nei pressi, da dove emergono solo ossa.
L’abbiamo già segnalato una volta, ma ora lo ripetiamo: qualcuno intende accertare dove sono finiti quei cani?
Se è vero che le loro ossa possono ancora inquinare le falde acquifere, visto che si supponeva la presenza di cani affetti da rogna, dermatiti, alopecia, mastiti, oculopatie e leishmaniosi?
Se attraverso la fogna locale si può addirittura ritenere inquinato lo sbocco al fiume Trigno?
Chiediamo alle autorità competenti di accertare tutte le responsabilità soggettive che hanno portato a questo scempio.” Per contribuire e dare un sostegno alle associazioni impegnate a sfamare i cani rimasti, il gruppo di opposizione ha presentato una richiesta al primo cittadino, affinché faccia da spalla alle associazioni animaliste, tramite l’elargizione di un contributo ‘una tantum.
Adele Moauro