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Archivio storico EcoDelSangro.it

OSPEDALE, GLI AGNONESI GIOCANO L'ULTIMA CARTA: QUELLA ELETTORALE

3 Luglio, 2010 viteliu Archivio storico EcoDelSangro.it 101

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AGNONE – Non è una novità lo scompiglio e le numerose manifestazioni di protesta che sta creando, tra i cittadini di Agnone, Larino e Venafro, la decisione di sopprimere parte dei centri ospedalieri, o perlomeno, nel caso di Agnone, di trasformare l’ospedale Caracciolo in un R.S.A., ovvero una Residenza Sanitaria Assistita.

 Anzi, dal 1 luglio sono in smantellamento i reparti di radiologia, ortopedia e pediatria, e la sala operatoria funziona solo per i casi di emergenza.

Ma questa volta la rabbia ha portato all’esasperazione: in un ultimo, e ci si augura non disperato, tentativo di sovvertire la situazione, il comitato civico di Agnone “Il Cittadino c’è….” sta mettendo in atto una forma di protesta davvero originale: il ritiro delle schede elettorali dei votanti, che possono essere consegnate direttamente dai cittadini al comitato stesso, il quale provvederà a recapitarle con le proprie mani, insieme con una lettera, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano!

E’ possibile consegnare la propria scheda presso un gazzebo allestito in piazza Giovanni PaoloII, nei giorni che vanno dal 26 giugno al 4 luglio, in orari prestabiliti. Già fino alla giornata di ieri erano state raccolte molto più di 400 schede, e si spera che in questa giorni il numero stia continuando a salire.

L’iniziativa, presa in concomitanza con le associazioni civiche di Larino e Venafro, che si stanno mobilitando in egual modo nei propri centri, invita all’adesione tutti gli abitanti dell’Alto Molise, dell’Alto Vastese e del Medio Trigno , in quanto i tagli sanitari, direttamente o indirettamente, coinvolgeranno anche loro.

Come ci spiegano Enrica Sciullo e Nunzia Zarlenga, due esponenti del comitato agnonese, la protesta non vuole essere un’incitazione a smettere di votare, ma un gesto di protesta estremo, rivolto alla Stato, da parte di coloro che si sentono traditi, feriti e calpestati dagli organi di governo comunali, regionali e nazionali, da una classe politica che sembra lasciarsi alle spalle i più deboli e disagiati.

E’ un appello alla non violazione dei diritti costituzionali fondamentali, che rendono il nostro Paese libero e repubblicano, e alla partecipazione attiva delle coscienze, affinché il territorio montano non firmi in passività la propria condanna a morte.

Sarà un tentativo vano? Non si può far altro che attendere.

                                                                                                                          Adele Moauro

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