CASTEL DI SANGRO – Dopo ottantacinque anni finisce nelle mani del tassidermista Vincenzo D’Amico.
E’ la storia di un aquila reale che fino al giorno del sisma dello scorso anno era custodita imbalsamata nel convento di San Giuliano a L’Aquila, sede del museo nazionale d’Abruzzo. Luogo che dal 1257 ospita i frati francescani, oggi ambiente di cultura e sede di una biblioteca che contiene oltre 20.000 volumi.
Il rapace, trovato ferito da un frate a Campo Imperatore agli inizi del novecento, fu curato ed accudito dai religiosi che lo tennero in vita per ben venticinque anni, non potendogli restituire la libertà per un’invalidità permanente. Quando nel 1925 spiccò l’ultimo volo, il più alto, verso l’infinità del cielo, i francescani decisero d’imbalsamarla al fine di averla per sempre in loro compagnia.
A seguito del terribile terremoto del 6 aprile dell’anno scorso i frati hanno donato il volatile alla sezione della Federcaccia del capoluogo di regione. I responsabili della Federazione l’hanno affidata alle mani esperte di Vincenzo D’Amico, professionista di fama regionale, l’unico in Abruzzo ad essere autorizzato dall’amministrazione provinciale dell’Aquila ad esercitare l’arte di tassidermista.
Dopo un lungo ed accurato lavoro, D’Amico non ha deluso le aspettative ed ha restituito il rapace ad una terza vita: l’aquila era mal ridotta per mancanza di piume, la posa e l’atteggiamento usurato dal tempo Nella foto è possibile vedere il miracolo fatto da D’Amico che ha restituito al maestoso volatile la bellezza e la dignità che merita. Ora l’animale è tenuto in bella mostra nella sede della federcaccia dell’Aquila.