PESCASSEROLI – La comunità parrocchiale di Pescasseroli si appresta a salutare Don Agostino Lauriola che, a breve, tornerà a Isernia, sua Diocesi di provenienza, per proseguire il suo impegno di parroco .
Quarantaquattrenne, originario di Foggia, Don Agostino è riuscito a farsi voler bene dai ragazzi del posto, coinvolgendoli in molteplici attività, grazie alla sua capacità di mettersi in ascolto e in gioco con loro. I parrocchiani, con una lettera aperta, velata di commozione, esprimono il loro ringraziamento al sacerdote che per loro resterà un valido esempio da imitare.
“I genitori di ragazzi adolescenti di Pescasseroli sentono di dover ringraziare di cuore il sacerdote che da nove mesi è stato vicino ai loro ragazzi. La sua è stata una presenza discreta e costante. E’ stato per loro un consigliere, un confidente, colui che sotto la forma di divertimento sano e costruttivo li ha avvicinati a Dio, li ha avvicinati alla Chiesa, che avevano abbandonato ormai da anni, con uno spirito nuovo e disinvolto.
Il loro concetto di Chiesa non era più semplice identificazione dell’edificio in pietra dove si celebra la Santa Messa ma, più profondamente, luogo di vita comune, di attività partecipate e punto di aggregazione in un luogo protetto, sicuro e familiare. La canonica rappresentava per questi ragazzi l’alternativa alla nostra contestata frequentazione di locali notturni, al passivo bisogno di prendere la macchina nelle fredde sere invernali e cercare una discoteca a chilometri di distanza dal loro paese.
La canonica era il luogo per parlare dei problemi concreti di cui un giovane adolescente cerca il suo interlocutore privato. Tutto questo sta per finire. Il nostro caro don Agostino Lauriola dovrà tornare nella diocesi da dove è venuto e a noi genitori, ma soprattutto ai nostri figli lascia un vuoto che sicuramente non verrà colmato facilmente. A noi resta il rammarico per non averlo conosciuto prima, la tristezza per non vederlo più con i nostri ragazzi, la speranza di poter vedere crescere nell’animo di ognuno di loro il seme della carità, della dedizione che lui ha piantato come grande gesto d’amore.”
Paola Giampaolo