WASHINGTON – Sono milioni gli americani che ricordano il loro presidente Dwight Eisenhower. Cinquant’anni fa, di questi tempi, “Ike” (come lo chiamavano gli statunitensi) lasciava la Casa Bianca dopo otto anni nell’ufficio Ovale. Con lui abbandonò Washington anche il signor Luigi Turco, uno dei “geni” dei geniali cuochi usciti da quella cucina (ma forse sarebbe meglio dire fucina) incredibile di Villa Santa Maria.
Quando Eisenhower arrivò nella White House, la prima cosa che chiese fu di accertarsi se nella sua nuova cucina potesse operare un cuoco italiano. Uno dei “migliori”, pretese il vecchio generale. I suoi uomini si rivolsero a Villa Santa Maria ed ecco arrivare il signor Turco.
A lui Ike ricordò che amava l’aglio. Be’ nella cucina italiana e’ mai mancato l’aglio?
Abituato a “meat and potate” (carne e patate) nel suo Texas, il presidente chiese una lista di piatti che Luigi poteva preparare. Una volta il generale Eisenhower aveva gustato un piatto di pasta in un paesino tra l’Abruzzo e il Lazio. Turco gli insegnò il nome di quel piatto e così i maccheroni alla chitarra entrarono nella Casa Bianca.
La moglie del presidente, Mamie, sapeva appena appena cuocere due uova e così lei si sentì sicura con la presenza di Luigi in cucina. D’altronde, per le grandi occasioni, il nostro Luigi aveva sempre a disposizione una ventina di assistenti.
Una bistecca texana e un piatto di crema di carciofi erano semrpe presenti allorché il presidente voleva pranzare nel giardino. Pasta e fagioli fecero presa non soltanto nel presidente ma anche nei suoi nipoti ed a tutti i suoi collaboratori che lavorano sotto e sopra le 123 stanze della Casa Bianca.
Un lavoro enorme. A quell’epoca la cucina italiana non era ancora conosciuta come oggi, per cui timballo e porchetta crearono un entusiasmo senza eguali. Complimenti a non finire quando Ike riceveva qualche Vip. Lui allora chiamava: “Luigi, come here please” e lo presentava ai suoi ospiti. Turco si inchinava e sussurava con orgoglio: sono abruzzese!
Da Hollywood arrivarono diecine di richieste da parte dei ricchi mogul, ma il signor Turco restò con il presidente per otto anni. Una volta Eisnhower, intervistato dai francesi, dichiarò: “Voi francesi siete bravi con i vostri sughetti, i vostri intingoli, ma io qui mangio cibi da… museo”.
Poveri francesi!
(*) Benny Manocchia
(*) Giornalista Professionista.
Per 30 anni corrispondete da New York per il Gruppo Rusconi.