AGNONE – Sembra che il destino dell’ospedale Caracciolo di Agnone sia ormai inesorabilmente segnato.
E mentre le polemiche intorno alla questione negli ultimi giorni si sono fatte roventi, tra le accese dichiarazioni alla stampa del parroco don Francesco Martino, impegnato con fervore nel sostegno dell’ospedale, e quelle di replica di Lommano, presidente della Lega Sannita, i cittadini dell’Altomolise hanno continuato la loro silenziosa protesta con la riconsegna delle tessere elettorali.
L’iniziativa, cominciata a luglio ad Agnone, Venafro e Larino, già raccontata nei particolari dall’Eco del Sangro, è proseguita durante il mese di agosto in giorni prefissati, presso un gazebo dislocato di volta in volta in un punto diverso del paese. L’ultima raccolta c’è stata sabato scorso, in piazza XX settembre fino a tarda notte.
Nonostante l’invito sempre più vivo a partecipare, per dimostrare che non siamo una cittadinanza passiva ma presente e impegnata, meno di ottocento cittadini hanno consegnato la tessera, perché, come dichiarato dai membri del Comitato di raccolta, “in zone piccole come le nostre il clientelismo è molto radicato, e non permette un’assoluta libertà di parola e azione”.
Intanto anche a Venafro e Larino l’iniziativa sta proseguendo, e non appena sarà data l’autorizzazione le tessere, come previsto, verranno consegnate a Napolitano, probabilmente intorno alla metà di settembre.
Ma prima la protesta strillata a gran voce ci sarà l’11 settembre a Venafro con una grande manifestazione, che riunirà tutte le cittadinanze coinvolte e che prevede forme di ribellione estreme, come l’occupazione delle strade principali con i trattori.
L’invito a partecipare è rivolto anche agli abitanti di quei luoghi esclusi dai gravi tagli sanitari ma che risentiranno comunque della situazione (immaginiamo quali disservizi creerà negli ospedali di Campobasso, Isernia e Castel di Sangro, il sovraffollamento di pazienti).
Ultima a morire, la speranza è ancora viva, ma, fatti alla mano, quasi certamente non potrà esserlo ancora per molto.
Adele Moauro