CASTEL DI SANGRO – Chi rianimerà il reparto di rianimazione? E’ la preoccupante domanda che in questi giorni aleggia tra i cittadini del comprensorio, perché la preziosa unità operativa potrebbe chiudere i battenti. Un quesito che agita tanto il mondo della politica in vista delle imminenti elezioni, quanto quello del personale impiegato nella struttura sanitaria, destinato per l’ennesima volta a vivere momenti di pathos per l’incerto destino che, ormai da troppi anni attanaglia lo sfortunato nosocomio locale.
La domanda posta procura due fronti decisamente forti, con risposte completamente opposte e verosimilmente valide Ma sta di fatto che il primario del reparto di rianimazione Claudio Tabacco, a breve andrà in quiescenza e al momento non esiste un sostituto, motivo per cui senza una reggenza si potrà resistere per breve tempo, e qualcuno sostiene fino al dopo elezioni, ipotizzando al 1 aprile la data del “de profundis”.
Dal punto di vista infermieristico il reparto gode di buona salute considerando che dalla fusione di ortopedia e chirurgia la rianimazione ha ottenuto tre unità che hanno ristabilito una turnazione meno massacrante del personale. Attualmente vi operano tre medici, solo due, però in forza effettiva perché il terzo è in malattia. Il sindaco Umberto Murolo ostenta ottimismo perché in queste ore è in contatto con il dr. Giusepe Fioritto, un eccellente anestesista ed una vecchia conoscenza qui a castello, per essere stato nell’organico diversi anni fa.
Professionista stimato, sessantenne, oggi opera in strutture private, ed a lui il primo cittadino, in concerto con il direttore di presidio e il direttore generale dell’Ausl avrebbe proposto un contratto per cinque anni.
Dall’altro fronte ci si interroga su come mai lo spettrale palazzo “ex gave” abbia subito una destinazione urbanistica diversa da quella precedentemente prevista. Ma non era stato detto che doveva servire ad ospitare i mille uffici dell’ausl sparsi sul territorio? Da questa mossa, nasce il sospetto che l’amministrazione comunale abbia gettato la spugna sulla battaglia dell’ospedale, e quindi abbia deciso di introdurre tutti gli uffici amministrativi all’interno dell’ospedale che nel frattempo si sminuirebbe a poliambulatorio, munito di un buon pronto soccorso. E allora? Replica Murolo “Dalla vendita della palazzina “ex gave” potremmo ricavare circa 1.500.000 di euro che aggiunti agli altri 1.300.000 euro servono per allestire la cittadella della salute”.
Infatti, spiega il primo cittadino, “il potenziamento e l’ammodernamento dell’attuale struttura sarebbe affiancata da un’altra ex novo per ospitare esclusivamente il personale amministrativo”. L’unica nostra certezza però è che ad oggi il reparto di rianimazione non ha un successore, e se tanto ci da tanto potrebbe subire la stessa sorte di ostetricia e ginecologia, quindi c’è poco da stare allegri. A Castel di Sangro da anni non si nasce più ed adesso non sarà neanche più possibile morire in reparto. In tutto questo va aggiunto che il primario di chirurgia Pasqualino Del Cimmuto, potrebbe sostituire il collega dell’ospedale di Sulmona, prossimo anche lui al pensionamento. Quindi si avrebbe un reparto di chirurgia part time ed il futuro, sembrerebbe andare proprio in quella direzione: una fusione con l’ospedale peligno, con personale che si alterna tra Castel di Sangro e Sulmona.
Da considerare, infatti, che nel nuovo piano regionale sono 200 i primari in esubero e quindi per vedere come stanno davvero le cose dobbiamo aspettare i prossimi giorni. Ci auguriamo che i delicati argomenti si risolvano prima del “election day”. Diversamente assisteremmo ad un bello “scherzo d’aprile”: la chiusura della rianimazione.